Il Gran Premio del Giappone ha confermato ancora una volta la supremazia di Verstappen, che ha conquistato la vittoria con un’altra prestazione impeccabile a Suzuka. Dopo aver ottenuto la quarta pole position consecutiva, il pilota olandese ha centrato anche la quarta vittoria, portando a casa il cosiddetto “doppio poker”. Una dimostrazione di forza che testimonia quanto la sua presenza stia segnando profondamente l’era moderna della Formula 1. Ma oltre al trionfo individuale, il weekend giapponese ha offerto spunti interessanti anche in termini di strategia gomme e prestazioni complessive dei team, a cominciare dalla Red Bull e dalla sorprendente McLaren.


Verstappen imbattibile anche a Suzuka

Nel tempio della velocità tecnica di Suzuka, Max Verstappen ha sfoderato una delle sue gare più lucide e dominate. Dalla pole alla bandiera a scacchi, l’olandese non ha mai lasciato spazio agli avversari, imponendo il suo ritmo e gestendo ogni fase della gara con assoluta padronanza. La sua sessantaquattresima vittoria in carriera rappresenta anche l’ottava per la Red Bull sul tracciato nipponico, una pista storicamente favorevole alla scuderia austriaca.

Lando Norris e Oscar Piastri hanno completato il podio, portando la McLaren a un doppio risultato prestigioso, ma mai in grado di impensierire davvero Verstappen. È stata una corsa intensa, con un equilibrio strategico delicato e una gestione gomme fondamentale in una pista che, storicamente, tende a mettere a dura prova i pneumatici.


Suzuka, teatro di sfide tecniche e velocità

Il circuito di Suzuka, tra i più iconici del calendario, ha offerto come sempre una gara ricca di aspetti tecnici. Con i suoi curvoni veloci e sezioni tortuose, richiede grande precisione e carico aerodinamico. Ed è qui che Verstappen e la Red Bull hanno fatto la differenza, riuscendo a mantenere costante il passo anche nei momenti in cui le temperature della pista si abbassavano sensibilmente.

Le condizioni meteo, con aria e asfalto tra le più fredde mai registrate dal 2011, hanno inciso in modo rilevante sulla gestione delle mescole. Le nuove specifiche Pirelli per il 2025 hanno però mostrato un’ottima resistenza al degrado, contribuendo alla qualità del ritmo gara, soprattutto negli stint lunghi su mescola Hard. È proprio in questo contesto che la McLaren è riuscita a mantenere un buon passo, ma senza mai davvero impensierire la leadership di Verstappen.


Strategia gomme: chi ha osato, chi ha conservato

Uno degli aspetti più affascinanti emersi a Suzuka è stata la varietà nella strategia gomme adottata dai team. La maggior parte dei piloti ha optato per una sola sosta, combinando Medium e Hard, considerate le mescole più efficienti per questo tracciato. Tuttavia, c’è stato chi ha voluto tentare qualcosa di diverso: Carlos Sainz e Liam Lawson, ad esempio, hanno completato la gara senza mai usare la mescola più dura, puntando su un’alternanza Medium-Soft che ha dato buoni risultati in termini di tempo sul giro, anche se con un rischio maggiore nel finale.

Il caso più eclatante è stato quello di Lance Stroll, che ha utilizzato tutte e tre le mescole – Soft, Medium e Hard – dimostrando quanto la strategia gomme possa essere influenzata non solo dalla prestazione pura, ma anche dalle esigenze di adattamento al degrado e alla temperatura.

Mario Isola, direttore motorsport di Pirelli, ha sottolineato come la gara sia stata tutt’altro che noiosa, nonostante l’ordine di arrivo abbia rispecchiato quello di partenza per i primi sei piloti. In effetti, con 14 piloti su 20 che hanno registrato il miglior giro personale nelle ultime cinque tornate, la gestione delle gomme è stata determinante fino alla fine.


Conclusioni

La gara di Suzuka ha ribadito due certezze: la superiorità attuale di Verstappen e l’importanza cruciale della strategia gomme nella Formula 1 moderna. Se la Red Bull continua a dominare grazie al talento del suo pilota di punta e a una vettura bilanciata, anche gli altri team, McLaren su tutti, stanno cercando di ridurre il gap lavorando su efficienza aerodinamica e gestione mescole. Con un campionato ancora lungo davanti, Suzuka potrebbe aver fornito un’anteprima di come si giocherà il titolo: sulla costanza, sull’ingegno e, naturalmente, sulla capacità di chi guida di trasformare ogni occasione in un successo – come fa Verstappen.